Lo sviluppo del disegno nei bambini

La meraviglia dei primi scarabocchi, i primi disegni appesi alle pareti, quante volte abbiamo detto “bello” senza capire cosa fosse rappresentato. Il disegno nei bambini segue una linea evolutiva, ossia ad ogni età si possono osservare competenze specifiche.

Iniziamo con il dire che il disegno è un’attività manuale di coordinazione visuo-motoria, e che, come tutte le competenze, necessita di essere appresa.

 

Lo sviluppo del disegno nei bambini

Tappe del disegno nei bambini

 

Solitamente tra i 18 mesi e i 3 anni i bambini scoprono che alcuni oggetti che fino a quel momento mordicchiavano o lasciavano cadere a terra, se impugnati, lasciano delle tracce. La scoperta può essere sia casuale oppure stimolata dagli adulti. Dopo aver scoperto questi oggetti magici, che strofinati contro una superficie lasciano una traccia, cercheranno di riprodurre l’attività. All’inizio i bambini eseguiranno movimenti ampi e vigorosi, alternando la velocità alla lentezza del movimento.

 

Dopo circa sei mesi dai primi scarabocchi, inizia un miglioramento del coordinamento visuo-motorio, direzionando quindi meglio i segni o ripetendoli.

 

A partire dai 2 anni e mezzo circa il bambino inizia a interpretare ciò che disegna, riconoscendo che il suo disegno può rappresentare la realtà o un oggetto.

 

Intorno ai 3-4 anni fanno la comparsa le prime rappresentazioni della figura umana, che assomigliano ad un “omino testone”. Definito così perché è una forma circolare che contiene gli elementi del volto al cui esterno del cerchio sono disegnati le braccia e le gambe.

 

A partire dai 6 anni il bambino diviene sempre più competente nel disegno. E’ capace di controllare meglio il tratto e si aggiungono particolari. Tuttavia sono presenti alcuni elementi che noi adulti chiameremmo errori, come le trasparenze, per esempio si vedono entrambe le ruote della macchina, oppure “disegni a raggi X”, in cui si vede il corpo sotto ai vestiti. Questo perché il bambino non disegna per riprodurre la realtà come gli appare, ma seguendo un modello concettuale, e non visivo, di come sono le cose in sé e per sé.

 

Nota finale

Nota finale: le informazioni condivise in questo articolo sono molto sintetiche e a carattere divulgativo, pertanto il mancato raggiungimento di un’abilità non deve necessariamente essere considerato segnale di “ritardo o di disagio”.

 

Dr.ssa Elisa Fantini