Il desiderio di maternità

RIFLESSIONI PER UNA SCELTA CONSAPEVOLE

“I figli si partoriscono ogni giorno…” scriveva la poetessa Alda Merini.

Quello del genitore, è il mestiere più difficile del mondo, e questo è indubbio: la pazienza, la costanza e l’impegno che ci vuole, mettono a dura prova sia l’uomo che la donna. Ma oggi le donne hanno una possibilità di scelta (o magari no??) sulla fatidica decisione di mettere al mondo dei figli, educarli, crescerli, prendersene cura. Spesso sin da piccole, le bambine si fingono “mammine” per le loro bambole, o si improvvisano già grandi, prendendosi amorevolmente cura dei fratellini o sorelline minori.

Una donna adulta al giorno d’oggi che non progetta la sua vita pensando ad una gravidanza, viene spesso considerata immatura o egoista. In realtà, la spinta biologica e antropologica del diventare madri, c’è, esiste, ma un conto è non farci mai i conti, un conto è arrivare alla conclusione (anche sofferta), che questo aspetto non farà mai parte del futuro, perché semplicemente non rientra nei propri progetti di vita.

Alcuni interrogativi, possono aiutare nel capire e nel riflettere su questa decisione così importante:

• Sono pronta a fare spazio a qualcuno che dipenderà totalmente da me? Questo è un elemento, che non solo riguarda i bisogni fisiologici di un neonato o comunque di un bambino piccolo (mangiare, bere, dormire…) ma anche quei bisogni emotivi di spazio, di ascolto e di sostegno che sono imprescindibili dall’essere dei buoni genitori.

• Quanto è un mio desiderio e quanto invece mi è imposto da un’aspettativa familiare o sociale? Spesso non si vuole deludere la mamma, la zia, la nonna o la società in generale in cui viviamo, e sopraffatte da ciò, soddisfiamo il desiderio di qualcun altro, non il nostro.

• Quanto penso che un figlio sia la soluzione a dei conflitti o a delle carenze all’interno della coppia? I figli separano, non uniscono, nel senso che creano un disequilibrio che paradossalmente a quanto si possa pensare, può creare ancora più distanza coniugale; in altre parole, la coppia deve essere già stabile prima dell’idea di genitorialità.

• Siamo in due a volerlo o sono solo io perché sento il ticchettio dell’orologio biologico? All’arrivo di un figlio, non si è mai davvero pronti, è per questo che è molto importante parlarne con il proprio partner e condividere le paure e le insicurezze che questo desiderio può generare in noi, in modo da essere in sintonia su questa faticosa e meravigliosa scelta.

Dr.ssa Francesca Brancolini