BULLISMO SI BULLISMO NO: la differenza tra bullismo e conflitto.

Conosciamo insieme la differenza tra bullismo e conflitto per essere in grado di rispondere e intervenire in modo adeguato.

 

 

I bisticci e i conflitti ci devono preoccupare?

Sempre più spesso sentiamo parlare di bullismo e delle sue conseguenze. Capita quindi che sempre più genitori si sentano preoccupati: si preoccupano che i propri figli possano essere vittime di bullismo o magari temono che diventino dei bulli.

I bambini litigano, bisticciano, si prendono in giro, si incontrano e poi si scontrano, un giorno si amano e il giorno dopo magari si odiano.

Dove sta quindi la linea di confine? Dove finisce il sano conflitto e dove comincia il non più sano bullismo?

A tutti capita ogni tanto di vivere dei conflitti. Il conflitto è una componente normale della vita. E imparare a gestirlo in modo sano aiuta i ragazzi e i bambini a padroneggiare le abilità sociali di cui hanno bisogno. Quindi non dobbiamo vederlo come un qualcosa da evitare ma anzi come un qualcosa che aiuta a crescere.

Quando possiamo parlare davvero di bullismo?

Il bullismo è un abuso di potere e ha conseguenze significative. Non c’è niente di sano nel bullismo. Di fatto, ci sono alcune differenze ben distinte e facilmente evidenziabili tra bullismo e conflitto. Essere in grado di identificare queste differenze è importante per sapere come rispondere e intervenire, nel caso di abusi.

Il bullismo si verifica quando si fa del male deliberatamente e ripetutamente a una persona che non puó difendersi.

 

È necessario quindi che ci siano queste tre componenti:

. L’intenzionalità di fare del male, di ferire e di creare un disagio alla vittima. In modo quindi consapevole e mirato a creare un danno che sia fisico o psicologico all’altro.

. Le prepotenze devono essere continuative ossia ripetersi nel tempo sempre nei confronti della stessa persona.

. La vittima deve essere nelle condizioni di non potersi difendere. Questo accade quando c’è uno squilibrio di potere tra vittima e bullo. La vittima potrebbe essere più debole fisicamente o emotivamente o potrebbe essere ad esempio nuova nella classe e quindi non avere ancora la rete sociale giusta per potersi difendere.

È importante quindi tenere presenti questi presupposti per evitare inutili allarmismi in situazioni che sono normali momenti di scambio, confronto e crescita necessari per i nostri ragazzi.

Allo stesso tempo risulta fondamentale tenere presente dove sta il confine per riuscire ad attivarsi nel momento giusto e nel modo giusto per aiutare e proteggere chi si trova in difficoltà.

Dott.ssa Cristina Bellucci

Psicologa